Old New York City Project


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South Street Seaport

Downtown I

L'area che va da Fulton Street sino all'East River è nota oggi come South Street Seaport, da quando i coniugi Peter e Norma Stanford fondarono nel 1967 l'omonimo museo. I moli 17 e 18 e le attività correlate come quella del celebre mercato del pesce sono già stati trattati nella pagina ad essi dedicata ma, allontanandosi dalle banchine tra queste stradine a pochi passi dal distretto finanziario, sono ancora visibili alcuni tra gli esempi più antichi dell'architettura americana. Tra restauri e ricostruzioni oggi è possibile, magari con l'aiuto di un pò di immaginazione, sentirsi nella metà dell'800 circondati dai grattacieli più moderni della città.

The Schermerhorn Row

Nel 1700 la famiglia Schermerhorn, proprietaria di navi e dedita al commercio, acquistò l' area che va sotto il nome di South Street Seaport e di generazione in generazione gli Schermerhorn continuarono con successo i loro affari.
Nel 1810
Peter Schermerhorn, che aveva avviato un'attività di forniture navali al n. 243 di Water Street, progettò la costruzione di una serie di dodici magazzini come fossero degli appartamenti residenziali, conosciuti nella città come Schermerhorn Row. La maggioranza era su Fulton Street, e un paio proseguivano girato l'angolo, su South Street.
L'intento era di affittare i locali ad altri commercianti di vario genere ma che avessero anche interessi comuni in modo che gli scambi e gli affari risultassero facilitati.
L'idea fu vincente.
Schermerhorn, proprietario dei locali, ma anche di negozi alberghi e ristoranti, vide aumentare quasi esponenzialmente il traffico in quelle strade.

I tipici mattoni rossi dello Schermerhorn Row. Il complesso prende il nome da una storica famiglia olandese.

Questo progetto, completato nel 1812, fu uno dei primi esempi di nuova edilizia commerciale di New York, che combinava lo stile federale (versione americana del neoclassicismo europeo) al neogreco allontanandosi dal preconcetto della mera funzionalità.
Nel diciannovesimo secolo i locali continuarono ad essere utilizzati come magazzini e uffici, eccetto la costruzione ad angolo tra la Fulton e South Street che divenne un hotel, con l'aggiunta di due piani e di una mansarda.
Come spesso è accaduto nella storia di
New York, anche questo sito ha rischiato la demolizione. Accadde nel 1970, quando la speculazione edilizia aveva deciso di cambiare il volto a quella storica strada.
Il 29 ottobre del 1968 i costruttori della città furono però messi in minoranza dai rappresentanti dell'associazione dei siti storici della città (
Landmark Conservancy) e i mattoni rossi dello Schemerhorn Row non avevano più nulla da temere, erano ormai patrimonio della città e, nel 1974, il complesso fu acquistato dallo Stato di New York.
Gli esterni sono stati restaurati nel 1983 e, alla fine del 1990, il Museo di South Street Seaport iniziò a raccogliere fondi per una importante opera di restauro degli interni, a cura di
Beyer Blinder Belle, recentemente completata.

La Watson House-Shrine of St. Elizabeth Ann Seton in una fotografia del 1900 ca.

Watson House-Shrine of St. Elizabeth Ann Seton

Era il 1793 quando in questa zona furono costruite una serie di eleganti abitazioni in stile georgiano. Questa in particolare era la casa di mister James Watson, al n. 7 di State Street. Watson, ricco commerciante, scelse di vivere il più vicino possibile al porto per coniugare la vita quotidiana gli affari, controllando direttamente da casa o quasi l'arrivo delle navi, senza rinunciare alla comodità di una bella residenza. A quei tempi difatti il signor Watson poteva affacciarsi dalla finestra del suo studio, osservare la baia del porto e spingere lo sguardo senza alcun ostacolo sino all'isola di Staten Island, le coste del New Jersey e il quartiere di Brooklyn. La James Watson House è stata costruita in due tempi, circostanza che la rende ancora più particolare. Nel 1793 l'ala ad est e nel 1806 l'ala ad ovest ad opera dell'architetto John McComb Jr. (1763-1853) che dieci anni dopo progetterà la City Hall. Il nuovo segmento, con le colonne ioniche e le cornici in stile federale su una struttura edlizia che seguiva la curvatura della strada, divenne un elemento caratteristico della zona, spezzando la monotonia delle case costruite in schiera (row) con grande eleganza.
Nella seconda metà dell'ottocento, quando le ricche famiglie newyorchesi iniziarono a prediligere le abitazioni più a nord allontanandosi dalla
lower Manhattan, la casa fu trasformata in albergo per poi, nel 1886, diventare la Missione di Nostra Signora del Rosario, che si occupava principalmente di assistere le giovani immigrate. La destinazione religiosa dell'edificio ha probabilmente salvato la Watson House dalla demolizione e, nel 1965, è divenuta sito storico della città, oggi sede dal Rettorato della Chiesa di Nostra Signora del Rosario. La cappella a fianco della Watson House è invece recente anche se evocativa dell'estetica coloniale, costruita in modo da integrarsi con lo stile della residenza storica.
La chiesa è intitolata a
Suor Elizabeth Ann Seton, che visse nella casa nei primi dell'800 più o meno in coincidenza con la sua conversione al cattolicesimo avvenuta nel marzo del 1805. Quattro anni più tardi a Emmitsburg nel Maryland, Elizabeth fonderà il primo ordine di suore degli Stati Uniti, le American Sisters of Charity.

La Watson House-Shrine of St. Elizabeth Ann Seton di oggi.

Scomparsa nel 1821, fu la prima nativa americana ad essere dichiarata Santa dalla Chiesa Cattolica, con la canonizzazione avvenuta sotto il papato di Paolo VI nel 1975.
Nel 1965, quando quella che fu la Watson House divenne ufficialmente patrimonio storico, gli architetti
Stanley e Sturges realizzarono un capillare restuaro della casa (e anche della chiesetta) grazie ad alcuni progetti originali recuperati da un manuale del 1859.
Stretta tra i grattacieli che quasi la soffocano, l'ex residenza è destinata a rimanere una delle testimonianze di origine non istituzionale più solide della storia di New York City.

Robert Bowne and Co.

New York City è stata in America il punto di riferimento per la stampa della carta da lettere per tutto il diciannovesimo secolo. Incisori e stampatori non si contavano lungo Fulton Street e le strade limitrofe, così come proliferavano i fornitori di carta, rilegatori e produttori d'inchiostro.
Il mondo degli affari aveva bisogno continuo della loro manodopera.
Una delle aziende più importanti fu quella fondata da
Robert Bowne nel 1775 al n. 39 di Queen Street che, rinumerata e ridenominata la via, divenne il 256 di Pearl Street.
L'impresa di Bowne, che dapprima si occupava del commercio di beni vari per poi dedicarsi al mondo della carta e della stampa, cambiò più volte sede nel corso dei due secoli dalla sua fondazione, rimanendo però sempre legata alla zona sud della città (
Pearl Street, Wall Street, Liberty Street e, nel 1895, al n. 8 di Beaver Street).
Nel 1898,
Robert Bowne jr., pronipote del fondatore, si ritirò dall'azienda, rilevata da Stanley M. Dewey e Robert J. Lowden, che ne proseguirono l'attività guardandosi bene dal cambiarne il nome.
"
Bowne & Co." era una firma talmente conosciuta che sarebbe stato un delitto, e probabilmente una perdita economica, farla scomparire. L'azienda nel 1961 si trasferì al n. 345 di Hudson Street dove risiede ancora oggi e utilizza le più moderne tecnologie di stampa ed ha ampliato i servizi nel campo finanziario, ma la vecchia tipografia Bowne e le sue forniture di cartoleria hanno avuto il pregio di sopravvivere alla modernità e alla grafica computerizzata.
Nella zona di South Street Seaport, al
n. 211 di Water Street, sopravvive la vera anima della Bowne & Co.
Una
piccola tipografia e cartoleria, dove ancora si stampano a mano i biglietti da visita e la carta da lettere, con tecniche non lontane da quelle di Gutenberg e dove si possono trovare stampe e mappe antiche .
Un piccolo negozio-museo dove i computer, con molto pudore, sono spesso ricoperti da
un telo ricamato.

Così si presenta oggi la cartoleria Bowne al n. 211 di Water Street.

Così si presenta oggi la cartoleria Bowne al n. 211 di Water Street.

Gli uffici della Bowne & co. al n. 81 di Beaver Street nei primi del '900.

Gli uffici della Bowne & Co. al n. 81 di Beaver Street nei primi del '900.

The Old Seamen's Church Institute

Fondato nel 1834 e affiliato alla Chiesa Episcopale, il Seamen's Church Institute di New York & New Jersey nacque come organizzazione di assistenza ai marittimi della zona.
Nel 1913 fu inaugurata la sede di 12 piani al n. 25 di
South Street, in una posizione strategica per lo svolgimento della sua funzione, non troppo lontano dalla vita commerciale della città e vicino ai moli più attivi del porto.
L'ingresso era "sorvegliato" da
Sir Galahad, una polena di provenienza sconosciuta con accanto una campana proveniente dal relitto della nave passeggeri Atlantic, affondata nel 1873 al largo di Halifax. I marinai una volta entrati avrebbero ricevuto un'assistenza in linea con quello che era l'obiettivo dell'Istituto: "proteggere e rinforzare il debole".

Seamen's Church Institute of New York, 25 South Street.

Lo spartano dormitorio dell'Istituto, soggetto inusuale per una cartolina.

I dormitori e le stanze potevano ospitare 580 marinai e il luogo divenne un piccolo paradiso per i naviganti che giungevano a New York magari dopo mesi di viaggio.
Il 15 aprile del 1913, un anno dopo il disastro del
Titanic, sul tetto dell'Istituto venne montato un faro in memoria dell'accaduto e in onore a tutti i passeggeri, gli ufficiali e i marainai periti nel naufragio. Il faro emanava una luce verde, fissa, che poteva essre avvistata dal porto e, in caso di buona visibilità, sin dalla punta di Sandy Hook.
Il
Seamen's Church Institute era diventato uno -dei- luoghi

Una classe della scuola di Navigazione e Ingegneria Navale presso l'Istituto, inaugurata sotto la direzione del reverendo Archibald Mansfield.

simbolo della zona e dalla missione iniziale di proteggere e rinforzare il debole si stava passando ad "aiutare gli uomini che vogliono aiutare se stessi".
Sotto la direzione dl reverendo
Archibald Mansfield la struttura si dotò di presidio clinico, una mensa, di una sala lettura, ufficio oggetti smarriti e , soprattutto, inaugurò la Scuola di Navigazione e Ingegneria Navale che ebbe un grande successo, tanto che gli stessi studenti divennero protagonisti di una cartolina.
La scuola si dotò di due unità navali, la
J.Hooker Hamersley e la Brown Betty, dove gli --allievi potevano fare pratica.

Il faro-ricordo del Titanic collocato sul tetto del  Seamen's Church Institute.

Il faro in memoria del Titanic sulla cima del Seamen's Church Institute. Cartolina fotografica del 1925.

La spinta positiva si esaurì negli anni 30, in piena Grande Depressione, quando l'Istituto finì nel mirino della protesta estremista per i presunti legami con il mondo imprenditoriale.
Quando, nel decennio seguente, scoppiò la
Seconda Guerra Mondiale, i militari di ogni nazione alleata usufruirono dei locali, mentre per gli americani la elessero a luogo destinato all'attesa dei soldati in procinto di prendere servizio sulle unità da combattimento.
A guerra finita, le attività proseguirono senza abbandonare più quel respiro internazionale che avevano conquistato nel periodo bellico fino a quando, nel 1965, l'amministrazione prese una importante decisione.
Il celebre edificio del 1913 fu venduto per costruirne
uno nuovo al n. 15 di State Street, sempre nella lower Manhattan.
La società acquirente, che sul luogo avrebbe edificato un grattacielo, si occupò nel 1967 della demolizione ma ebbe l'attenzione di preservare
il faro-ricordo del Titanic che venne donato dalla Kaiser Nelson Steel & Salvage Company al South Street Seaport Museum e oggi si può ammirare all'angolo tra Pearl Street e Fulton Street.
Dal 1913 al 1967 sulla cima del faro ha funzionato una "time ball", una palla che allo scoccare del mezzogiorno in riferimento all'orario ufficiale dell'Osservatorio Nazionale di
Washington, cadeva lungo la sua asta in modo da segnalare il mezzogiorno

La collocazione attuale del faro-ricordo del Titanic, all'angolo tra Pearl Street e Fulton Street.

preciso a tutte le navi in porto che ne approfittavano per sincronizzare gli orologi di bordo e per rendere in questo modo anche un quotidiano omaggio alla memoria del Titanic e a quanti persero la vita in quella tragedia.

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