Old New York City Project


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Quattro Passi tra la Storia

Downtown I

La zona di Wall Street e delle strade limitrofe riunisce molti siti legati alla storia più antica di New York City e degli Stati Uniti d'America. Non solo finanza quindi, ma anche cultura, religione, tradizione e luoghi simbolo della città si susseguono nella lower Manhattan, tra strade che ancora vengono chiamate per nome e non con i numeri come accadrà procedendo verso nord. Alcuni di questi luoghi sono diventati classici soggetti da cartolina un secolo fa come oggi, altri hanno subito importanti cambiamenti ma nonostante ciò hanno conservato gran parte del loro fascino, difeso con la forza dell'arte e della storia dall'invasione dei grattacieli.

La Trinity Church nel 1898 ancora protagonista assoluta del panorama della Lower Manhattan.

1898. La Trinity Church è protagonista del panorama di Manhattan.

Trinity Church

Costruita su volere del Re d'Inghilterra Guglielmo III nel 1697, dopo che la Chiesa Anglicana divenne il culto ufficiale di New York, la prima Trinity Church (alla fine se ne conteranno tre) edificata su questo terreno rimase il più importante edificio religioso sino a quando, nel 1776, un incendio la distrusse insieme a circa altre 500 tra abitazioni e magazzini del quartiere. Nel 1790 fu rimpiazzata da una nuova costruzione che si rivelò di scarsa solidità dopo le pesanti nevicate del 1838 e del 1839. Alla fine dell'inverno di quest'ultimo anno la seconda Trinity Church venne demolita per costruire la terza e attuale basilica, all'indirizzo di Trinity Place n. 74 all'estremità di Wall Street. Il nuovo, grande e solido, edificio di culto, completato nel 1846, era il più alto della città. Progettata in stile gotico dall'architetto Richard Upjohn diede ai newyorchesi un luogo di preghiera ardito, la prima costruzione ad avvicinarsi ai novanta metri d'altezza, riconoscibile da lunghe distanze, imponente e carismatica già alla vista del campanile che sovrastava la lower Manhattan. Nessuno dei cittadini che si riunivano lì avrebbe immaginato che nel giro di qualche anno quel luogo sacro, "altissimo" per definizione e missione, sarebbe stato circondato e oscurato dalla città che avanza.

Cartolina degli Anni 20. La chiesa è all'ombra dei grattacieli.

Nella seconda metà degli Anni 20 la chiesa è oramai all'ombra dei grattacieli.

Il campanile, con ancora la campana della prima chiesa donata nel 1704 a New York dall'allora vescovo di Londra, è stato con i suoi 86 metri la costruzione più alta della città sino al 1890.
Lo scrittore newyorchese
Henry James, che passò oltre vent'anni in Europa prima di tornare in America, così racconta nel libro La scena Americana (The American Scene) del 1905 lo shock di aver visto quella chiesa, la sua chiesa, avvolta dai "palazzoni":
"La bellezza, certo, fu l'obiettivo di colui che creò la guglia della Trinity Church, sovrastata in modo tanto crudele che, sfilandole davanti, ritti sulla chiatta che trasporta il treno, a stento la si riesce a distinguere, nel suo penoso, indifeso contegno."
Anche i vignettisti dell'epoca non persero l'occasione di irridere al destino della basilica, come accadde sul mensile Puck's Magazine del 1907. La terza Trinity Church ha subito poche modifiche nel corso degli anni e le più importanti sono le porte bronzee installate in memoria del magnate John Jacob Astor III nel 1890 su progetto di Richard Hunt (l'architetto del basamento della Statua della Libertà) e l'aggiunta della Cappella di Ognissanti nel 1913.
Durante il periodo della
Grande Depressione che colpì la città dopo il giovedì nero del 1929 la chiesa fece da ostello per quelli che improvvisamente si trovarono ad essere dei senzatetto, offrendo sotto le sue guglie un alloggio e un piatto di minestra. Ma non era tutto. Poteva una grande chiesa a due passi da Wall Street e dalla Borsa non legare la sua storia all'economia? Certo che no. Il Dipartimento amministrativo della Trinity pagò tutte le tasse e riscattò le ipoteche che avevano accumulato i proprietari degli immobili siti sui terreni della chiesa. Terreni vastissimi grazie alla concessione territoriale stabilita dalla regina Anna d'Inghilterra nel 1705 che assegnò alla Chiesa Anglicana tutto il terreno a ovest della Broadway, da Fulton Street sino a quella che ora è Christopher Street.
Questa operazione ha dato nel tempo i suoi frutti tanto che oggi la
Trinity è proprietaria di almeno 26 edifici commerciali della lower Manhattan, costituendo il più grande territorio a proprietà unica della zona e ha creato un marchio, l' Hudson Square, con il quale gestisce, e al tempo stesso identifica la zona degli immobili.
La
Trinity Church, avrà anche perso la sfida in altezza con i grattacieli che la circondano ma oggi è, sia in senso secolare che ecclesiastico, uno dei luoghi più importanti della zona. Henry James, che morì nel 1915, non potè assistere agli sviluppi economici che ebbero le proprietà della Trinity ma ne sarebbe stato certamente soddisfatto.
Affiancato alla basilica c'è un cimitero, il più antico della città, non esente da misteri come illustrato
nella pagina successiva.

Fraunces Tavern

La Fraunces Tavern di oggi che possiamo ammirare al n. 54 di Pearl Street, all'angolo di Broad Street, fu costruita nel 1907 dall'architetto William Mersereau ed ha mantenuto il nome e alcune caratteristiche dell'originale taverna del 1762. Nel XVIII secolo le taverne erano luogo di incontri, di affari e di politica. La Fraunces Tavern ha avuto un ruolo ancora più importante, legato alla storia d'America. Fu costruita come residenza per Etienne Delancey, ma in realtà mai abitata. Acquistata da Samuel Fraunces nel 1762 aprì agli avventori l'anno successivo. Fraunces diede il suo nome alla taverna negli anni della Rivoluzione e il luogo divenne centro di parecchie celebrazioni tra cui il saluto di George Washington agli ufficiali dopo la vittoria sugli Inglesi. La cerimonia avvenne nei locali della taverna il 4 dicembre 1783, la stessa taverna che, durante la Guerra di Indipendenza degli americani contro gli inglesi (1775-1783) fu colpita nel 1775 da una palla di cannone sparata da una nave di Sua Maestà. Con queste parole il generale George Washington, che nel 1789 diverrà il primo presidente degli Stati Uniti d'America, si congedò dai suoi ufficiali:
"Con il cuore pieno d'amore e di gratitudine ora mi congedo da voi. E' mio desiderio che i vostri giorni futuri possano essere prosperi e felici così come i precedenti sono stati gloriosi e degni d'onore. Io non ho la possibilità di venire da ciascuno di voi a congedarmi ma mi sentirò in debito verso di voi se ciascuno di voi verrà da me a tendermi la mano". Washington poi attraversò la stanza, passò attraverso le truppe di fanteria e si avviò verso il fiume dove prese imbarco verso Paulus Hook nel New Jersey. Quello fu l'apice storico della Taverna. In seguito Fraunces vendette l'edificio a George Powers che a sua volta lo affittò al governo per tre anni. Fino alla metà dell'800 fu utilizzata anche come hotel e centro di convegni per poi essere devastata da ripetuti incendi tra il 1837 e il 1852. Nel 1904 l'organizzazione dei " Figli della Rivoluzione" ne acquistò i resti con l'intento di restaurarla.
Il progetto di
Merserau andrò oltre la ricostruzione, con un'interpretazione in stile georgiano dell'edificio, mantenendo comunque l'originale struttura di tre piani più una mansarda.

La Fraunces Tavern, uno dei pochi luoghi della Rivoluzione ancora esistenti a New York.

La Fraunces Tavern, uno dei pochi luoghi legati alla Rivoluzione ancora esistenti a New York City.

La storica ''dining room'' della Fraunces Tavern dove Wsahington brindò con i suoi ufficiiali.

La ''dining room'' della Fraunces Tavern dove Washington brindò con gli ufficiiali.

La Fraunces Tavern fu riaperta nel 1907 come museo, oggi uno dei più antichi musei della città di New York. Le sezioni sono divise nella Long Room, il sito dove Washington tenne il suo discorso, la Clinton Room, una sala da pranzo intitolata a George Clinton primo governatore di New York, la sala dei Figli della Rivoluzione che espone i cimeli della Rivoluzione e documenti d'epoca con gli espositori realizzati in esclusiva da Tiffany.

La Federal Hall nel 1910.

Federal Hall (U.S. Sub Treasury)

Il nome Federal Hall fa riferimento a due costruzioni edificate in tempi differenti sullo stesso territorio. La prima fu completata nel 1699 e rimodellata nel 1788 dall'archietto Pierre L'Enfant.
Il 30 aprile dell'anno successivo
George Washington vi si insediò come primo presidente degli USA, facendo di quel luogo al n. 28 di Wall Street, all'incrocio con Nassau Street, uno dei siti più storici di tutta New York tanto che sempre qui, il 25 settembre 1789, fu adottata ufficialmente la Carta dei Diritti Umani ( Bill of Rights) base della costituzione degi USA e fu inoltre la prima sede del Congresso e della Corte Suprema oggi entrambe a Washington. Nel 1834 gli architetti Ithiel Town (1784-1844), ex ingegnere e futuro esponente del neogotico e il raffinato Alexander Jackson Davis i cui lavori influenzeranno gran parte dell'architettura residenziale e non della costa est degli USA, riprogettarono la struttura completando nel 1842 quella che oggi è la Federal Hall National Memorial.

Nel 1883, per celebrare l'insediamento di Washington, lo scultore John Quincy Adams Ward, lo stesso autore del frontone del palazzo della Borsa, eresse la celebre statua del primo presidente davanti alle scale dell'ingresso.
L'edificio è oggi considerato come uno degli esempi migliori di architettura di stile neogreco, caratterizzato dalla grande scalinata che ascende al portico formato da
otto colonne doriche alte dieci metri che supportano l'architrave a sedici triglifi e il massiccio frontone.
L'impiego originale dell'edificio del 1842 fu quello di
Dogana degli USA (Custom House) per poi diventare Tesoreria di Stato (U.S. Sub Treasury) nel 1862, deposito delle riserve auree e d'argento della nazione.
All'incirca nel 1925 divenne una branca della
Federal Reserve Bank per poi essere utilizzata come sede di vari uffici federali sino alla metà degli anni '50.
La sua destinazione definitiva, e non poteva essere altrimenti, è stata quella di museo storico della città, ufficializzata nel 1995 e inserita nel
National Park Service.

L'edificio descritto come U.S. Sub Treasury in questa cartolina del 1924.

La Strana Storia dell'Assay Office, l'Ufficio che Riuscì a Salvare la Facciata

A fianco della Federal Hall un tempo c'era una bella costruzione dalle mura finemente lavorate, come si può notare nella cartolina del 1903 in basso a sinistra. Il palazzo "scomparso" fu eretto nel 1822 quale sede della Second Bank of United States. La banca di Stato in pochi anni divenne il centro di un pericoloso intreccio tra politica ed economia e, nel 1833, il presidente Andrew Jackson ordinò il ritirò tutti i depositi governativi. La Second Bank chiuse nel 1836 e qualche anno più tardi, il 10 ottobre del 1854, la bella struttura riaprì come Assay Office, l'ufficio di stato predisposto alla saggiatura dei metalli preziosi, in diretta collaborazione con l'edificio a fianco che oggi è la Federal Hall ma che in passato aveva svolto, come abbiamo visto, funzioni di Tesoreria di Stato.
La neve e le gelate dei primi del '900, alternate spesso a incessanti piogge avevano rovinato in maniera molto seria l'edificio e, il 19 agosto del 1913, il
New York Times annunciò con sicurezza che "Il vecchio palazzo dell'Assay Office sarà presto abbattuto".
L'ordine era arrivato da
Washington che aveva assicurato in breve tempo la costruzione di un nuovo ufficio, con grande soddisfazione dei dipendenti. L'Assay Office versava i pessime condizioni, con molte fessurazioni nella struttura e crepe nei marmi. Era, in una parola, pericolante, ma nonostante la furia distruttiva-ricostruttiva di quegli anni ci fu chi cercò il modo di salvare il salvabile.

L'Assay Office al fianco della U.S. Sub Treasury (Federal Hall). Cartolina del 1903.

La facciata dell'Assay Office rimontata nell'ala Americana del Metropolitan Museum.

Il soprintendente Daniel P. Kingston contattò le società storiche dell'epoca cercando di ''piazzare'' la facciata in modo da riutilizzarla per un altro edificio. In un primo momento si pensò ad una biblioteca pubblica a Battery Park, ma le condizioni erano così compromesse che quella collocazione fu scartata, tanto che già da tre anni nessuno passava più dall'ingresso principale e sia i dipendenti che il pubblico transitavano dalla porta sul retro a Pine Street.
La demolizione totale dell'
Assay Office sembrava quindi cosa fatta. Al momento decisivo la facciata però non fu distrutta ma rimossa e nel 1924, grazie a Robert W. de Forest (1870-1931) grande filantropo all'epoca presidente delle Ferrovie del New Jersey, la facciata fu donata al Metropolitan Museum of Art, dove è situata nell'ala "Americana" del museo.
Il nuovo
Assay Office fu completato tra il 1920 e il 1921 su progetto degli architetti York e Sawyer e integrato nel 1953 da ulteriori 12 piani dallo studio Halsey, McCormick e Helmer.

Custom House

Dalla fine del 700 sino al 1899 gli uffici doganali cambiarono ripetutamente sede sia per esigenze di spazio che per i crolli e gli incendi che colpirono le varie Custom House.
Mancavano dieci anni al 1900 e l'indirizzo della
Dogana era al n. 55 di Wall Street, sede giudicata presto inadeguata in quegli anni di sviluppo economico. Spazi ristretti, poca ventilazione e scarsa illuminazione erano i principali difetti. Una nuova collocazione era non solo necessaria, ma urgente. L'ufficio urbanistico del Ministero del Tesoro, secondo i dettami del Tarnsey Act del 1893 che consentiva di ricorrere a professionisti privati per le opere pubbliche, bandì una gara per la nuova dogana che sarebbe sorta all'inizio di Bowling Green, all'angolo con State Street e Whitehall Street, sullo stesso sito dove si trovavano i primi insediamenti olandesi del 1626 che sarebbero diventati Fort Amsterdam nel 1635.
Venti architetti raccolsero la sfida e a vincere fu uno dei più giovani,
Cass Gilbert, una delle firme più importanti della storia

La sontuosa Custom House al n. 1 di Bowling Green.

architettonica di New York. In quegli anni New York era diventato il più importante scalo commerciale d'America e quell'edificio avrebbe dovuto rispettare e rappresentare questo traguardo. Il primo mattone fu posato nell'ottobre del 1901 e i lavori, complessi, proseguirono sino al 1907, anno dell'inaugurazione della Custom House.
Cass
Gilbert espresse tutta la sua passione per lo stile Beaux Arts con colonne corinzie, marmi lucenti e porte bronzee a caratterizzare l'esterno. La facciata, punto focale dell'edificio, fronteggia il il distretto finanziario sfruttando al massimo il lotto di terreno e la collocazione fa sì che i passanti siano obbligati ad avvicinarsi alla struttura, quasi per contemplarla, prima di proseguire.

Le statue della Custom House, opera di Daniel Chester French.

In tal modo la Custom House assume un valore vicino a quello di un tempio e non di un palazzo dello Stato. La monumentalità è accentuata dal gruppo scultoreo disposto lungo la facciata che rappresenta i quattro continenti, opera di Daniel Chester French. L'Asia con il fior fi loto e gli schiavi ai piedi, il Nord America con l'uomo al lavoro, l'Europa con un monaco alle spalle e un libro in grembo, e la dormiente Africa rappresentano ancora oggi il miglior esempio di scultura monumentale eretta a New York City. Gli interni, con un perfetto equilibrio tra gli spazi e i corridoi vennero arricchiti di marmi pregiati provenienti da ogni parte del mondo, compresa l'Italia, e con il cielo decorato da Raphael Gustavino, autore anche della scala interna e parte degli allestimenti interni curati dallo studio Tiffany.

La Custom House ha svolto le sue funzioni sino al 1973 quando gli ufffici vennero trasferiti nel World Trade Center e i suoi locali oggi ospitano il Museo dei Nativi d'America. L'edificio di Gilbert è una delle icone architettoniche della città e nel 1990 ha preso il nome ufficiale di Alexander Hamilton U.S. Custom House in onore del primo Ministro del Tesoro degli USA.

Il palazzo dei Delmonico al n. 2 di William Street nel 1890, pochi mesi dopo la sua inaugurazione. (Moses King's Handbook of New York, 1892).

Del Monico Restaurant

La storia di una città non passa solo attraverso gli edifici istituzionali o divenuti tali dopo eventi straordinari. Ci sono luoghi popolari che riescono nella difficile impresa di resistere al trascorrere del tempo e rimanere fedeli alla loro identità, impresa ardua ovunque ma soprattutto a New York City. Il ristorante della famiglia Delmonico, primi ad aprire un ristorante nella storia degli USA, è uno di questi luoghi. Nel 1827 i fratelli svizzeri John (Giovanni) e Peter (Pietro) Delmonico aprirono una pasticceria al n. 23 di William Street, dove si poteva anche bere del buon vino. Il successo fu tale che vennero raggiunti dall'esperto nipote Lorenzo che, a sua volta, si fece seguire dalla famiglia. Nel 1830 al n. 23-25 di William Street era registrata la seguente attività: Delmonico & Brother, Confectioners and Restaurant Francais. L'incendio del 1835 distrusse la pasticceria originale e nell'agosto del 1837 la costruzione di un nuovo edificio al n. 2 di William Street sancì l'apertura del primo ristorante d'America. Lorenzo divenne presto il responsabile dell'esercizio e guidò la catena di locali sino al 1881, anno della sua scomparsa.
Il decano dei Delmonico fu sepolto nell'originaria
Mairengo, nel Canton Ticino e lasciò alla cittadina svizzera una consistente donazione da destinare ad opere pubbliche.

Delmonico in una cartolina degli Anni 30, già immerso nei grattacieli.

Delmonico in una cartolina degli Anni 30, già immerso nei grattacieli m asempre punto di riferimento della ristorazione newyorchese.

Dopo Lorenzo, toccò al giovane erede Charles prendere in mano le redini di tutto. Uomo severo ma di grandi capacità Charles, che aveva diretto quando aveva solo 22 anni la sede sulla 14esima, in breve trasformò i locali in ristoranti rinomati con tanto di menù e lista dei vini. Charles, come cita il volume "Delmonico's: a century of American Splendor" di Thomas Lately (1967), fissò delle regole molto rigide tra cui la impossibilità per una donna di mangiare senza la compagnia di un uomo e il divieto assoluto per le coppie di chiudere la porta delle sale private durante la cena.
La vita di Charles si concluse in maniera sfortunata. Caduto in depressione, nel gennaio del 1884 scomparve per poi essere ritrovato morto in un fosso, dove era caduto mentre cercava di andare a trovare il suo amico, l'ex generale
George McClellan.
La triste fine del pronipote dei fondatori della vecchia pasticceria non pregiudicò comunque il proseguimento della storica attività.
Cuochi leggendari portarono il ristorante principale e le altre sedi all'eccellenza.
John Lux, Alessandro Filippini che nel 1880 pubblicò "The Delmonico Cookbook" un manuale di ricette semplificate delle pietanze tipiche del ristorante e il francese Charles Rahnhofer, autore dell'enciclopedico " Epicurean" (1894) con oltre 1.110 pagine e 3.500 ricette elencate hanno fatto la storia della ristorazione newyorchese e tra il 1865 e il 1888 erano ben quattro i ristoranti della città con l'insegna Delmonico, tra cui la lussuosissima sede sulla 14esima strada, all'incrocio con la 5th avenue, dove Ranhofer divenne il più celebre cuoco d'America.

New York City, 1903. Per i sottocuochi di Delmonico sta per iniziare una lunga serata di lavoro.

New York City, mercoledì 19 gennaio 1876. Dodicesima cena annuale dell'Associazione Alunni del Dartmouth College al ristorante Delmonico. (Ill. tratta dal Frank Leslie Magazine dello stesso mese).

Il taglio delle carni era un'operazione delicata e compiuta da mani esperte. Fotografia del 1903.

L'edificio più rappresentativo fu quello in stile beaux arts costruito nel 1890 al n. 2 di William Street sul sito del primo ristorante. Il progetto dell'architetto James Brown Lord consisteva in un palazzo di otto piani, caratterizzato da un portale e due colonne di marmo all'ingresso provenienti dalle rovine di Pompei che leggenda vuole acquistate in Italia personalmente dai due fratelli. Completato nel 1891, tra i clienti si registrarono presenze più che illustri. Gli scrittori Oscar Wilde, Charles Dickens e Mark Twain i nobili Napoleone III e la regina Vittoria d'Inghilterra con il figlio Edoardo VII Principe di Galles, la soprano Jenny Lind, il miliardario August Belmont il cui conto mensile di vini superava i 20.000 dollari, Theodore Roosvelt, Mark Twain e persino lo scienziato Nikola Tesla, hanno tutti assaggiato la rinomata cucina di Delmonico.

Una foto recente del palazzo Demonico.

Una foto recente del palazzo Demonico, patrimonio storici della città.

Oggi il ristorante Delmonico fa ancora la sua figura nella parte bassa di Manhattan. L'edificio è stato recentemente restaurato e i piani superiori trasformati in appartamenti.
Il ristorante ha riaperto e offre tra le pietanze qualche creazione originale dei vecchi tempi come la classica
bistecca la Lobster Newburg (trad. it. Aragosta alla Newburg). anche nella versione con i gamberi.
Il nome di questo piatto, un'aragosta condita con una salsa ricca di burro, panna, uova e un tocco di
Brandy nasconde una storia curiosa.
Alla fine dell'ottocento il signor
Ben Wenburg, habitué del locale, chiese un piatto con un'aragosta e molluschi vari con a fianco della panna da cucina e uova strapazzate.
Il piatto era nato e venne chiamato "
aragosta alla Wenburg" fino a quando il cliente non ebbe una discussione con il management del locale. Con un semplice anagramma la voce sul menu venne cambiata da "Wenburg" a "Newburg" e un classico della cucina americana era nato, al punto che oggi ne viene prodotta anche una versione in scatola.

Alcuni piatti storici sono presenti nell'attuale menu.

Alcuni piatti storici sono ancora presenti nel menu attuale.

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