Old New York City Project


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New York Produce Exchange

Downtown II > Il Primo Tratto della Broadway

Indirizzo: 2, Broadway
Architetto: George Browne Post
Data: 1884
Altezza: 68 mt.
Demolito nel 1957

Il mondo finanziario della lower Manhattan non era costituito solo dalla compravendita di titoli o dagli affari combinati nelle sale delle banche di Wall Street. Esisteva un altro tipo di business che, seppur meno nobile delle scalate azionarie, teneva viva l'attività commerciale di New York City. Al centro di questi affari c'erano uomini che forse non avevano mai messo piede nel palazzo della Borsa, ma sapevano bene come condurre una trattativa.
Questi personaggi facevano parte della
New York Produce Exchange, una corporazione di

mercanti costituitasi nel 1868 e che dal 1884 ebbe la sua sede nell'omonimo palazzo dove l'oggetto delle grida non erano pezzi di carta al portatore, ma beni reali.
Cereali, lardo, olio ma anche resine e bidoni di petrolio, tutto veniva comprato e venduto a vista e anche la eventuale spedizione in
Europa o la collocazione negli USA poteva essere completamente definita tra quelle mura. Trasporto, consegna e assicurazione inclusa. La "casa" di tutto questo fermento commerciale era un edificio in mattoni rossi

al n. 2 della Broadway, che occupava un intero isolato sino all'angolo di Whitehall Street in direzione sud e di Beaver Street verso nord. A realizzare questo monumento al commercio fu chiamato George Browne Post, l'architetto della Borsa di New York, che disegnò l'edificio in stile neorinascimentale italiano. Post fu uno degli architetti più ispirati della nascita e sviluppo della Greater New York e, purtroppo, molti dei suoi lavori oggi non fanno più parte del patrimonio della città.

Il soffitto della sala principale del New York Produce Building era caratterizzato da un esteso lucernario (Ill. tratta da King's Handbook of New York, 1898)

Questa stampa dei primi del 900 definì l'edificio come ''Il fulcro del mercato dei cereali d'America''.

Il "Produce Exchange Building", inaugurato il primo maggio del 1884 dopo tre anni esatti di lavori, costò all'epoca quasi tre milioni e duecentomila dollari (inclusi terreno e arredamenti). La sua altezza massima, considerando anche l'elegante torre che si ergeva nella parte posteriore e inclusa l'asta portabandiera, si avvicinava ai 90 metri.
Il palazzo, forte dei suoi
dodici milioni di mattoni e di oltre duemila finestre era stato presentato come il più grande edificio di scambi commerciali del mondo.
Il giro d'affari raggiunse in breve i quindici milioni di dollari al giorno con punte di venti milioni, in gran parte dovuti alla compravendita di cereali il cui continuo scarico nei locali del
Produce Exchange era una delle attività principali dell'edificio.

Illustrazione apparsa sul mensile Harper' s Magazine nel 1884, anno di inaugurazione dell'edificio.

I cereali venivano sottoposti a un rigido controllo di qualità che prevedeva una selezione accurata e la relativa gradazione che per il grano prevedeva ben 29 livelli di qualità.
Quanto accadeva lì dentro era in grado di dettare le condizioni per il mercato agricolo degli interi
Stati Uniti. Il numero dei soci della corporazione era limitato a tremila e la quota annuale era fissata in 2.500 dollari.
I soci potevano vendere a la loro licenza e, a seconda delle situazioni economiche, sia personali che nazionali, si sono registrati passaggi per cifre oscillanti dai 750 ai 4.000 dollari.
La sala principale era al secondo piano e particolare attenzione era prestata al massimo sfruttamento della luce naturale grazie all'esteso lucernario del soffitto, una caratteristica che fu quasi un segno distintivo di
George B. Post nel suo impegno architettonico nell'edilizia commerciale.
Per essere un luogo di compravendita di beni alla stato grezzo l'edificio era di una bellezza inusitata. Più di un turista si trovava a chiedere informazioni su "cosa c'era lì dentro quel grande palazzo rosso" che colpiva l'attenzione, anche se non era quasi mai citato come attrazione.
Persino gli stessi newyorchesi avevano una scarsa conoscenza dell'edificio, al punto che il 22 settembre del 1901 il
New York Times pensò bene di dedicare un articolo di fondo sulle attività e sulla storia della corporazione ("New York Produce Exchange:

I mattoni rossi spiccano nel traffico di New York in questa immagine del 1955, due anni prima della demolizione.

Wide Scopes of Its Operations and History of Its Growth") con il cronista stesso che ammetteva inizialmente la sua scarsa conoscenza in materia.
Il palazzo ha assolto i suoi doveri per quasi settantacinque anni, sopravvivendo a due guerre mondiali, per entrare nell'era moderna quando i carri con il loro carico di frumento trainati da cavalli erano un ricordo, oramai sostituiti da potenti trucks.
L'edificio neorinascimentale, simbolo della
Old New York di Bowling Green, sembrava avere la forza di resistere ai nuovi grattacieli o a radicali ristrutturazioni come nel caso del dirimpettaio Washington Building. Ma non fu così

Il New York Produce Exchange sullo sfondo di questa cartolina del 1906 con il verde del Battery Park in primo piano.

Il New York Produce Exchange nel 1954, in una delle ultime foto che lo ritrae in tutta la sua estensione.

Nel 1957 i dodici milioni di mattoni rossi capitolarono sotto il maglio delle imprese di demolizione. Se alla sua inaugurazione fu presentato come l'edificio di scambi mercantili più grande del mondo, alle soglie degli anni '60 quello spazio un tempo così ampio non bastava più. L'edificio neorinascimentale fu demolito per lasciare il posto ad un più grande e anonimo palazzo di 32 piani elevato su tre gradoni e completato nel 1959, uno tra i tanti grattacieli moderni e funzionali di New York. Il vecchio New York Produce Exchange Building, come altri lavori del geniale George B. Post, può essere solo ammirato sulle stampa d'epoca e in qualche cartolina dove, in alcune rare occasioni, riusciva a trovare un pò di spazio.

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