Old New York City Project


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Bowling Green

Downtown I

E' qui, all'inizio della Broadway Street, dove oggi c'è il più antico parco pubblico di New York, che l'olandese Peter Minuit acquistò il 6 maggio del 1626 l'isola di Manhattan (Man-A-Hat-A) dai nativi americani in cambio di stoffe, coltelli e perline per un valore di circa 24 dollari. Se i particolari sulla trattativa appartengono più alla leggenda che alla storia è fuor di dubbio che Bowling Green è la culla di questa città. Dopo il loro insediamento gli olandesi diedero alla zona il nome di Capse Hook e a quel sentiero naturale che da lì partiva obliquo in direzione nord fu dato il nome di Heere Street, quella che oggi è la Broadway.

Il parco di Bowling Green segna l'inizio della Broadway. Cartolina spedita nel 1906.

Il Bowling Green. Fotografia del 1905.

L'anno precedente, il 1625, nei dintorni di questo campo era stato eretto Fort Amsterdam che nel 1664 fu conquistato dagli inglesi e rinominato Fort George. Nel 1764 un incendio danneggiò gravemente la struttura che fu demolita nel 1789, dopo la vittoria degli americani, e i suoi scavi e le rovine andarono a formare parte del terrapieno che costituì Battery Park.
La zona era luogo di mercati e di parate, come quella in onore di George Washington, che vide
un carro a forma di nave sfilare davanti a Fort George.
Lo stato di primo verde pubblico della città risale al 1733. Quell'anno il Consiglio comunale votò una risoluzione per cui "il pezzo di terra alla base della Broadway di fronte a Fort George potrà essere affittato ad alcuni abitanti della zona, a patto che vi sia costruito un parco per il gioco del bowling, con sentieri al suo interno, per la bellezza e l'ornamento di suddetta strada e per il benessere e la gioia degli abitanti della città".
Frederick Philipse, John Chambers e John Roosevelt, tre gentiluomini della città, presero in affitto il terreno nell'ottobre del 1734 per il versamento simbolico di un grano di pepe (peppercorn) l'anno e si impegnarono a rispettare le richieste della della delibera comunale. Si trattò di un contratto di enfiteusi, quella formula che prevede il diritto su un fondo altrui in base al quale il titolare gode del dominio utile sul fondo, obbligandosi però a migliorarlo e abbellirlo, pagando al proprietario un canone in derrate alimentari di entità anche simbolica, come accadde in questo caso.
L'incendio di
Fort George diede improvvisamente modo al parco di espandersi, cosa che avvenne puntualmente. Nella seconda metà del settecento Bowling Green iniziò ad essere circondato da residenze di lusso e nobiliari (nei dintorni stabilì la sua prima residenza newyorchese anche George Washington) mentre lo spazio aperto era teatro di celebrazioni, mercati ma anche di proteste popolari contro le tasse governative come lo Stamp Act del 1765, che impose un bollo fiscale nella colonia americana su documenti, giornali, calendari e carte da gioco.

Il Bowling Green nel 1908. Il Washington Building e l'adiacente Bowlig Green Offices furono i primi edifici a dare un nuovo aspetto all'inizio della Broadway.

1910. Gli edifici, arricchiti da linee di porporina metallica, e non più il parco diventano i protagonisti della zona.

Un anno dopo, nel marzo del 1766, gli inglesi ritirarono la legge fiscale che stava causando danni commerciali anche in madrepatria e, in segno di ringraziamento per l'abrogazione, a Bowling Green fu eretta la statua di Re Giorgio III, inaugurata il 21 agosto del 1770 e ispirata al monumento equestre di Marco Aurelio nel Campidoglio di Roma.
Il malcontento verso la
Gran Bretagna era però ormai diffuso e la questione fiscale fu uno degli episodi che portarono alla ribellione dei patrioti americani sfociata nel 1771 in atti di vandalismo che costrinsero il governo a erigere una recinzione in metallo intorno alla statua. La Dichiarazione di Indipendenza pronunciata da George Washington il 4 luglio del 1776 fu letta ai cittadini di New York quattro giorni dopo e quella stessa sera del 9 luglio un gruppo di rivoluzionari invase Bowling Green e tirò giu la statua di Re Giorgio III.
La vita per le statue a
Bowling Green non è mai stata tranquilla e neanche esente da misteri, pertanto nelle due pagine successive del sito troverete sia una sezione dedicata sia a quella settecentesca di Re Giorgio III che un approfondimento sulle vicende di quella del colonello De Peyster, eretta a fine Ottocento.

Il Bowling Green ai piedi del Cunard Building nel 1910.

Il parco ''cancellato' dal progresso in questa cartolina spedita nel 1919.

Gli inglesi dominarono ancora New York sino al 1783 e a Bowling Green i nobili britannici continuavano a giocare a cricket noncuranti dei moti ribelli. Dopo la rivoluzione il cancelliere Livingstone richiuse il parco al pubblico e fu installata una nuova fontana, all'incirca dove un tempo c'era il monumento di Re Giorgio III. Bowling Green in pochi anni divenne quello che, a ben vedere, è anche oggi: un'elegante estensione della Broadway, circondata da begli edifici.
Nel 1819 Il consiglio comunale deliberò che gli abitanti delle case in stile federale di quella zona potevano piantare alberi e utilizzare in esclusiva quel verde in cambio di una adeguata manutenzione e conservazione. Il parco rimase quindi proibito al pubblico sino al 1850, più o meno in coincidenza con l'abbandono da parte dei ricchi commercianti delle loro abitazioni, oramai al centro di una zona ritenuta troppo rumorosa e trafficata per essere residenziale. Alla fine dell'ottocento il parco pubblico fu arricchito da due fontane e dalla statua del primo sindaco di New York,
Abraham de Peyster.

Il Bowling Green nel 1828, luogo esclusivo di relax delle ricche famiglie residenti nella zona.

Nel 1902, data di questa cartolina, il commercio è al centro delle attività di Bowling Green.

Tra il 1910 e il 1920 l'orizzonte del Bowling Green si arricchisce di nuovi grattacieli.

Dal 1920 sino alle soglie del 1940 La statua di De Peyster resta l'unico motivo di attrazione.

A dare un altro shock alla zona ci pensò il progresso. Le case divennero uffici, in prevalenza di compagnie marittime e, qualche anno più avanti, sarebbero arrivati i primi palazzi alti come il celebre Washington Building. A cavallo tra i due secoli cominciarono a sorgere intorno al Bowling Green grattacieli sempre più imponenti e, nel 1914 il parco fu smantellato e il campo da gioco trasferito a Central Park per i lavori di una delle invenzioni del secolo, la metropolitana.
Il parco per giocare a
bowls non esisteva più, l'asfalto e il viavai dei tram e delle automobili avevano sostituito i prati e le zone rilassanti all'ombra delle piante.
La città senza quella storica goccia di verde però non era più la stessa e così nel 1939, in occasione della
New York's World Fair (la Fiera delle Esposizioni di New York) il parco fu ricomposto, ma l'euforia si esaurì con la fine dell'evento e, finita la manifestazione, il rinato Bowling Green cadde nell'oblio, la sua importanza storica quasi dimenticata dai passanti o dagli impiegati che sulle panchine mangiavano un toast durante la pausa di lavoro.
Solo in tempi recenti, negli Anni 70, Bowling Green è stato integralmente restaurato a cura dell'architetto paesaggista
Paul Friedburg e una ulteriore sistemazione è avvenuta nel 1990.

Il Bowling Green degli Anni 2000.

Il ''Raging Bull'' di Arturo Di Modica.

Il parco cuneiforme lungo la Broadway è oggi tornato ad essere considerato un patrimonio storico, una grande segnalazione stradale ricca di verde che indica la via verso il cuore della città ed è ancora un luogo deputato per le statue dalla storia sofferta. A tal riguardo l'ultimo capitolo l'ha scritto lo scultore italiano Arturo Di Modica che dopo il crac della Borsa del 1987 ebbe l'idea di creare una scultura bronzea raffigurante un toro che carica, simbolo "della forza e della potenza del popolo americano".
La scultura fu un'idea esclusiva dell'artista che raccolse e spese oltre 360.000 dollari per portare a termine il progetto. La notte del 15 dicembre 1989, l'artista aiutato da una trentina di "attivisti", scaricò da un camion il bronzo di 3.200 kg davanti a
Wall Street senza autorizzazione da parte di alcuno. Un'operazione di " guerriglia artistica" senza precedenti.
Dopo lo sconcerto iniziale da parte delle forze di Polizia l'opera fu accettata dalla città e ricollocata due isolati più a sud, in prossimità di
Bowling Green dove tuttora è meta dei turisti.
Simbolo non ufficiale del distretto finanziario, la scultura nel 2006 è stata al centro di un contenzioso legale tra Di Modica e la catena
Wal-Mart, che ha prodotto e venduto repliche in scala del toro senza autorizzazione.

Bowling Green IRT Control House

Questo edificio costruito nel 1905 su disegno degli architetti associati George Heins & Christopher La Farge rimanda alla società che gestiva la prima metropolitana di New York, la Interborough Rapid Transit Company, nota come I.R.T.. La maggior parte dei punti di accesso alla metro era costituita da chioschi in acciaio e vetro (tutti scomparsi) ma in alcune occasioni le stazioni importanti erano contraddistine da strutture in muratura, con uno stile vicino alle architetture fiamminghe (flemish revival). La funzione di Control House con il quale era identificata si riferisce alla funzione di controllo del transito dei passeggeri in entrata e in uscita. L'8 gennaio, alle 12.43 partì da questa stazione il treno che, per la prima volta, consentì ai newyorchesi di raggiugere Brooklyn attraversando un tunnel sotto il mare, il Battery Tunnel, in meno di dieci minuti. Oggi, insieme al gemello sulla 72esima strada, questo ingresso è una delle testimonianze più caratteristiche della subway americana.

Il caratteristico ingresso alla metropolitana, eretto nel 1905 nella zona di Bowling Green.

Litografia del 1830 di Balch Vistus, tratta da un disegno di Alexander Jackson Davis (1803 - 1892).

Litografia del 1830 di Balch Vistus, tratta da un disegno di Alexander Jackson Davis (1803 - 1892).

La Recinzione

La recinzione di Bowling Green fu eretta nel 1771 non solo a difesa della statua di Re Giorgio III dagli atti di vandalismo ma anche per proteggere il verde del campo da bowling, a volte usato come piccola discarica per rifiuti da alcuni abitanti della zona. I lavori furono appaltati a Richard Sharpe che tra ferro e manodopera presentò un conto 843 sterline. Durante la rivolta del 9 luglio del 1776 che portò all'abbattimento della statua del re anche la recinzione fu presa di mira dai rivoluzionari. In cima ad ogni asta c'era una corona in ferro, simbolo del regno britannico. Tutte le corone furono divelte a colpi di maglio, destinate ad essere fuse in proiettili come il resto della statua. Nel 1786 la recinzione fu restaurata e, come rappresentato in alcune stampe come quella a fianco datata 1830, abbellita anche da lampade ad olio. Nel diciannovesimo secolo, seguendo il destino del parco, la zona si trasformò da residenziale a commerciale e anche la storica recinzione iniziò a nuovamente a deteriorarsi fino a quando, nel 1914, per consentire i lavori della metropolitana, fu smantellata e trasportata in un magazzino della 96esima strada. L'accordo con la società della metro prevedeva, una volta terminati i lavori, il riposizionamento delle inferriate. Qualcosa però non andò pr il verso giusto. Come apparso in un lungo servizio sul New York Times del 21 settembre 1918, buona parte di quello storico metallo sparì, forse trafugato e poi venduto a peso a qualche robivecchi. L'evento suscitò le ire dei cittadini e l'indignazione della Broadway Association, il cui segretario, il signor E.W. Estes, avviò tutte le iniziative possibili nei confronti dell'Ente Parco e dei responsabili della metropolitana e fece partire le indagini necessarie per tentare di recuperare le ringhiere. Dopo qualche mese di silenzio, sempre sullo stesso giornale un articoletto di dieci righe annunciava il ritrovamento delle parti mancanti in un magazzino di Central Park.
Restauro della recinzione e il ricollocamento a
Bowling Green erano cosa fatta. Un' altro restauro è stato effettuato nel 1970 e oggi, chi passa di lì, può toccare uno dei manufatti più antichi di New York. Sempreché quel ritrovamento del 7 aprile 1919 corrisponda alla verità...

La recinzione del parco è oggi patrimonio storico della città.

Un Fruttivendolo Contro Tutti

Bowling Green è stato luogo di storia, di rivoluzioni, di affari e di grandi architetture. Eppure c'è chi ha legato il suo nome a questo parco per altri, e più curiosi, motivi. E' la storia di Antonio Nardiello, fruttivendolo napoletano che nel 1907 sfidò tutti i potenti della zona. Era il mese di aprile e il parco di Bowling Green era prossimo a germogliare quando Antonio costruì nel giro di poche ore un grande banco di frutta e verdura, dipinto di un bel verde brillante per non alterare, secondo lui, la bellezza della natura di quel prato. L'aveva piazzato proprio di fronte all'uscita della metropolitana. Il fruttivendolo aveva molta clientela ed era arrivato ad occupare circa dieci metri quadrati di parco. La vista di quel banco di frutta dello sfrontato Nardiello, a due passi dalla nuova Custom House da 5.000.000 di dollari, fece saltare i nervi ai ricchi proprietari degli edifici circostanti al punto da organizzare una petizione da sottoporre al Commissario dell'Ente Parco, il signor Herriman, chiedendo e ootenendo l'immediata rimozione del banco di frutta e verdura.

Antonio Nardiello, emigrato napoletano, nel 1907 pensò bene di aprire un banco di frutta al centro del parco.

Su quel documento c'erano le firme dei fiduciari della Standard Oil Company la cui sede era nel vicino edificio al n. 26 della Broadway, della New York Produce Exchange Bank, della Seaboard National Bank, della ditta Oelrichs and Co., del Produce Exchange al n. 2 della Broadway e di altre venti tra notabili della città e aziende del luogo.
Tutti contro i broccoli e ii peperoni di Nardiello che comunque, dopo aver varcato i cancelli di
Ellis Island ebbe sul parco del Bowling Green il suo momento di gloria.

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